Castelmagno DOP
I Fratelli Arnoldi raccontano la storia del "Castelmagno", un formaggio dalle tradizioni antiche prodotto esclusivamente nelle valli cuneesi. Questo tesoro caseario, dal sapore intenso e dalle fragranze tipiche dei pascoli alpini, è rinomato per la sua qualità e la sua autenticità. Il Castelmagno DOP si distingue in due tipologie, stagionato o semistagionato, e si abbina perfettamente alla polenta o agli gnocchi.
Tra i formaggi erborinati del Nord Italia, il Castelmagno DOP è uno di quelli con la storia più antica e affascinante. Nasce nelle montagne piemontesi e conquista da subito le cucine nazionali ed europee con il suo sapore intenso e tendente al piccante.
Le origini del Castelmagno DOP sono antiche: si trovano tracce della sua esistenza già a partire dal 1277, in una sentenza che lo cita come tributo dovuto dagli usufruttuari al marchese di Saluzzo, proprietario dei pascoli nei comuni di Castelmagno e di Celle di Macra.
Nel tempo, il Castelmagno ha acquisito popolarità fino a raggiungere il massimo della notorietà in epoca ottocentesca, quando diviene un prestigioso formaggio italiano presente nei menù più importanti delle cucine inglesi e francesi.
Dopo quest’epoca d’oro, a causa del progressivo spopolamento delle montagne in cui veniva prodotto, il Castelmagno rischia l’estinzione fino agli anni ’80, quando ne viene ripresa la produzione e il formaggio ottiene il riconoscimento DOC a livello nazionale e, successivamente, nel 1996, la denominazione DOP - Denominazione di Origine Protetta - a livello europeo.
Il formaggio Castelmagno viene prodotto con il latte vaccino, addizionato con quello ovino o caprino in percentuali ben determinate: da un minimo del 5% a un massimo del 20%.
Esistono due tipologie di Castelmagno DOP:
“Castelmagno prodotto della Montagna”, con etichetta blu che indica l’area di produzione nel territorio montano;
“Castelmagno di Alpeggio”, con etichetta verde che indica l’area di produzione a una quota superiore ai 1000 m.
Risotto con Castelmagno e nocciole
Ingredienti:
Riso Carnaroli: 320 g
Brodo vegetale: 1 l
Nocciole intere spellate: 40 g
Cipolle bianche: 1
Olio extravergine d'oliva: 3 cucchiai
Burro: 30 g
Pepe bianco: q.b.
Sale fino: q.b.
Castelmagno da grattugiare: 80 g
Per decorare:
Castelmagno: 20 g
Procedimento:
Tritate finemente la cipolla e fatela appassire in un tegame con l’olio e il burro a fuoco bassissimo per circa 10-15 minuti.
Alzate la fiamma e versate il riso in pentola, tostandolo per un minuto mescolando di continuo.
Unite 2-3 mestoli di brodo e continuate la cottura, aggiungendo brodo poco alla volta quando serve.
Ponete le nocciole spellate in una teglia e tostatele in forno a 200° fino a che diverranno croccanti (attenti a non bruciarle).
Lasciate intiepidire le nocciole e tritatele grossolanamente.
Quando il riso sarà al dente, spegnete il fuoco e aggiungete il formaggio Castelmagno grattugiato, amalgamando bene.
Mantecate il risotto con una noce di burro.
Impiattate e cospargete i piatti con la granella di nocciole tostate e qualche scaglietta di Castelmagno.
Servite il risotto caldo.
Buongiorno care Lettrici e cari Lettori, ben ritrovati “Alla Bancarella dei Formaggi”!
Questo mese, i F.lli Arnoldi vi portano alla scoperta del “Castelmagno”, un formaggio antico e prezioso.
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